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Autore Messaggio
simon
Iper Zagoriano
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MessaggioInviato: Gio Giu 22, 2017 8:53 am    Oggetto: Rispondi citando

quotissimo

oggi molti vecchi ed appassionati lettori d'antan tendono a dimenticarlo spesso Think
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cama69
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MessaggioInviato: Gio Giu 22, 2017 10:45 am    Oggetto: Rispondi citando

Angelo1961 ha scritto:
Il fumetto è fatto di emozioni, non di analisi tecnica. Donatelli sapeva suscitare emozioni e questo fa di lui un grande, molto più grande di quasi tutti gli autori attuali. Che saranno tecnicamente più preparati, ma troppo spesso mi risultano freddi!

Poichè l'uomo è arbitro di tutto, se dei disegni fanno emozionare è giusto osannarli, tieni presente però che ci sono persone, come me, che non si emozionano affatto per i disegni di Donatelli, anzi spesso li trovo scarni, poveri e inadeguati. In generale è stato un bravo artigiano che ha raggiunto la piena sufficienza per la sua chiarezza ed essenzialità, ma non di più, sono altri i disegnatori che mi emozionano.
Se questa storia fosse stata disegnata da qualcun'altro, per me, sarebbe anche venuta meglio, non ho detto nulla perchè sui disegni veramente il giudizio è strettamente personale credo più più della scrittura.
Rimanendo a Donatelli invece mi fanno emozionare tantissimo le sue copertine per PR, le trovo affascinanti.
_________________
Burattini ha scritto:
Zagor è una persona intelligente e curiosa, quindi impara da tutti, continua ad apprendere continuamente, tutto lo arricchisce. Così come prendiamo esempio da lui per il coraggio o l’umanità, mi parrebbe giusto farlo anche per l’atteggiamento positivo verso l’apprendimento di cose nuove.
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Angelo1961
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MessaggioInviato: Gio Giu 22, 2017 12:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

Sì Cama. Si può concordare con te. Ma voglio solo dire che non è la bravura tecnica (chessò, la capacità di rendere plastiche le figure, le proporzioni, il dinamismo, la profondità della vignetta) a rendere automaticamente grande un autore. Ma quello che riesce a comunicarti. A me Donatelli comunicava moltissimo, molto più di gran parte degli autori attuali.
E' come guidare una macchina. Magari una di oggi è tecnologicamente avanzata, ma vuoi mettere l'emozione nel guidare una di quelle degli anni cinquanta?
_________________
DAL GIUGNO 1970 ININTERROTTAMENTE LETTORE DI ZAGOR!
Incubi e' una storia per zagoriani radical chic (Wakopa)
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MessaggioInviato: Mar Apr 03, 2018 1:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

Un'altra splendida storia, molto emozionante e drammatica. Un altra dimostrazione di come Zagor è cresciuto e maturato, e le tematiche, pur rimandendo avventurose e comiche , contengono sempre più il pensiero di fondo pacifista di Zagor, difensore delle minoranze e anti militarista.
Grande e tragica la figura di Manetola, ma anche il tenente della pattuglia sperduta nelle paludi ha la sua parte di epicità e dramma.
Zagor è rimasto un po' imbalsamato durante la trappola nel forte per catturare Manetola, in effetti il suo ruolo poteva essere frainteso sul momento, anche se poi si riscatta alla grande.
Per quanto riguarda Donatelli, non sono mai stato un suo estimatore, per me Ferri è sempre stato superiore e più emozionante; qui ha fatto un buon lavoro, ma purtroppo mi comunica poco... trovo i suoi disegni piuttosto freddi e "semplici"...ma ripeto, per me, quindi è la mia personalissima opinione.
Ciò non toglie che apprezzo i suoi lavori, (ad esempio buoni i Seminoles e i loro originali costumi) ma un altro disegnatore mi avrebbe fatto amare questa storia ancora di più.
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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 6:51 am    Oggetto: Rispondi citando

Con questa storia Nolitta cala, dopo “Lo spettro del passato” e “Il mostro della laguna”, il terzo asso del suo primo triplete.
La rilettura mi ha confermato che si tratta, ancora oggi, di una storia di notevole livello, una storia che si differenzia dalle due che l'hanno preceduta (entrambe di ottima fattura) perché si inserisce nel filone del Nolitta per così dire “civile”, in cui il suo Eroe deve lottare contro l'ingiustizia, salvare vittime innocenti da soprusi e violenze, cercare di far pagare il conto ai colpevoli, spesso potenti “pezzi grossi” della società.
Si tratta di scenari in cui l'ingiustizia sembra prevalere, spesso le persone mostrano un doppio volto e tradiscono la fiducia e il giusto sembra soccombere (o soccombe del tutto), per cui il lettore (che, nel caso specifico, sarei io) si sente particolarmente coinvolto nella vicenda, giungendo a fare un tifo sfrenato per i Nostri. Confused

Nell'occasione , Nolitta fa incontrare ai nostri due amici un popolo vessato e oppresso, i Seminoles, sull'orlo dello sterminio, alle prese con un esercito degli Stati Uniti che sembra composto solo da farabutti. E anche chi in apparenza potrebbe dar loro una mano (i disertori spagnoli di Antonio Fuente), in realtà se ne sbatte delle ragioni degli indiani e pensa solo ed esclusivamente al proprio interesse.
Unico momento di umanità lo si vede nei soldati superstiti nella palude floridiana, feriti, laceri, pronti all'ultima battaglia, quando Zagor, per esprimere il suo stato d'animo, non trova parole ma solo una stretta di mano.

Anche in questo terzo atto del triplete, come nel primo, abbiamo all'opera Frank Donat. Alle prese con uno scenario paludoso che forse non è proprio nelle sue corde, appare ancora un po' acerbo, specie in alcuni volti di Zagor e di Sarota, ma direi che nel complesso se la cava bene, mettendo un altro tassello nella sua collezione di caposaldi zagoriani. Applause

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:04 am    Oggetto: Rispondi citando

Ma vediamo, un po' più da vicino, i protagonisti di questa storia.

Un popolo oppresso e il suo carismatico Capo
Le origini dei Seminoles, abitanti della Florida, le apprendiamo subito da uno Zagor bene informato study (pag. 167 vol. 19 CSAC) e ne vediamo un gruppetto, in catene sul molo di Fort Pierce, in attesa di essere deportato verso altri territori.
Uno di loro, Sarota, riconosce lo Spirito con la Scure per averlo visto una volta in passato e tanto basta per rianimare il gruppetto, pronto a schierarsi in difesa del nostro Eroe quando i militari si fanno minacciosi.

In questo primo capitolo della saga, tuttavia, non è il popolo Seminole al centro della vicenda, come invece sarà drammaticamente nel tragico e bellissimo secondo capitolo; qui l'attenzione è soprattutto sui singoli.

Dapprima Sarota, appunto, che si offre di fare da guida a Zagor nella sua missione di pace nelle paludi floridiane e che rimane vittima del tragico incontro con un soldato sperduto e fuori di senno, uno dei momenti più tristi della vicenda.



Poi, naturalmente, il grande capo Manetola.
Palesemente ispirato a un personaggio storico, il capo Osceola che, nella prima metà dell'800 aveva condotto con successo la guerriglia contro l'esercito statunitense per poi essere catturato a tradimento e morire poco dopo in prigione,

Il rischio, nel proporre nelle saghe a fumetti personaggi realmente esistiti o a essi ispirati, è quello di mettere tali personaggi in secondo piano a svolgere il loro compitino, lasciando al centro della vicenda i protagonisti della serie (un esempio su tutti, neanche il peggiore: il fiacchissimo Apache Kid proposto da GLB su Tex).
Manetola, invece, nelle mani di Nolitta diventa una figura dolente e tragica, proprio per questo amatissima dal lettore (che sarei sempre io).

A dirla tutta, però, non è che in questa storia il capo indiano giganteggi proprio: commette, anzi, qualche ingenuità che gli costa cara: ad esempio, il farsi prendere a cannonate da Sargento e i suoi presso il fortino spagnolo, il recarsi fiducioso a Fort King accompagnato dal solo Zagor per trattare con il generale Wilcox, il voler sparare a tutti i costi al suddetto generale dal tetto della baracca, peraltro mancandolo e mandando a monte il piano di fuga di Zagor.
Tuttavia, Manetola rimane una figura coraggiosa e senza macchia, pronto a tutto pur di difendere il suo popolo e si comporta da pari a pari con il nostro Eroe. Giusto che sia lui a mettere fine alla carriera dell'infido generale Wilcox.
Il saluto finale tra i due è commovente (anche a Zagor scappa una lacrimuccia): non sarà un addio, ma il secondo incontro sarà molto più tragico e si concluderà in maniera ben più dolorosa.

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:10 am    Oggetto: Rispondi citando

L'esercito degli Stati Uniti (1)

A combattere la sporca guerra contro il popolo Seminole è l'esercito degli Stati Uniti, che in questa occasione sembra comandato da una masnada di farabutti. A partire dal capo, il generale Wilcox.

Al vedere come Zagor sia altamente considerato dai Seminole prigionieri sul molo, gli si prospetta subito l'occasione da non perdere e, di conseguenza, propone al Nostro di farsi messaggero di pace al cospetto dell'imprendibile Manetola.
Falso come Giuda, convince Zagor prospettandogli la possibilità di far terminare la guerra assegnando agli indiani un territorio posto sempre in Florida, anziché deportarli nelle zone desertiche dell'Oklahoma.

Che non ci fosse da fidarsi lo si capiva dalla sua difficoltà a chiamare Zagor con il suo nome (“giovanotto” lo chiama a Fort Pierce, poi, a Fort King, prima non ricorda il suo nome – Zagar o Zarok, dice -, poi torna a chiamarlo “giovanotto”...).

Quando Zagor e Manetola si recano da soli a Fort King pronti a stipulare la pace, il cosiddetto generale getta la maschera, fa imprigionare il capo indiano e, di fronte alla violenta reazione di Zagor, riesce, con l'aiuto dei suoi ufficiali, a metterlo in condizione di non nuocere; infine, dà ordine per un suo pronto trasferimento in un penitenziario del nord.

Liberatosi dell'incomodo avversario con la scure, può organizzare, con l'aiuto dei suoi fidi segugi, il trappolone per far fuori Manetola con la scusa di una tentata evasione.
Solo sfiorato dal colpo sparato da Manetola nel finale a Fort King, si mette al riparo nel suo ufficio e comincia a sudare freddo quando sente l'urlo di Zagor. Raggiunto dal capo Seminole, rivela ancora una volta tutta la sua doppiezza tentando di sfruttare l'ennesima ingenuità dell'indiano, ma gli va male e giustamente perisce per mano di quest'ultimo. Applause

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:15 am    Oggetto: Rispondi citando

L'esercito degli Stati Uniti (2)

Dicevo dell'accozzaglia di farabutti che costituisce l'entourage del generale Wilcox.
Conosciamo subito il tenente Harryman, che vuole impedire con la frusta che Zagor dia da bere a un vecchio seminole assetato, ma si becca un pugnazzo e si fa un meritato volo in acqua.

A Fort King, al momento dell'arresto di Zagor e Manetola, ci sono i capitani Griffith (o Griffin) e Bransky, che collaborano nell'organizzazione del piano per far fuori il capo Seminole facendogli credere di volerlo fare evadere. Giusto che i due ci lascino le penne nell'esplosione del deposito di munizioni provocata da Zagor.

Poco fortunato anche il tenente Kubert, ossia colui che si presta al giochetto di far evadere Manetola ma che, grazie all'intervento di Zagor, è costretto a uscire dalla baracca al posto dell'indiano, per giunta senza uniforme, venendo così impallinato al suo posto.

L'unico sprazzo di umanità nell'esercito lo vediamo quando Zagor, Cico e Sarota incontrano nelle paludi il capitano Macomber, al comando di quello che resta di una forza di 200 uomini, la 3a Compagnia Fucilieri del “Virginia Regiment”: un pugno di soldati spossati, feriti, febbricitanti dopo giorni e giorni di continua guerriglia nelle malsane paludi floridiane. Ed è toccante, quando Zagor gli chiede se può fare qualcosa per loro, il gesto del Capitano, che si toglie la piastrina da soldato e la mette nel sacchetto con le altre di tutti i soldati caduti.
Ricevendo il sacchetto, nemmeno Zagor trova le parole e si limita a una forte stretta di mano, colpito dagli orrori di quella guerra. Applause

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:18 am    Oggetto: Rispondi citando

Disertori nella giungla

Il fortino spagnolo dove Sarota, prima di morire, indirizza i nostri due amici riserva una sorpresa: non è disabitato, infatti, ma è il covo di un'altra masnada di farabutti, ossia di un gruppo di disertori dell'esercito spagnolo che ha pensato bene di fare i soldi vendendo armi ai Seminoles.

Sono guidati da Antonio Fuente, detto Sargento, che si rivela subito un vero farabutto, catturando Zagor sotto la minaccia di sparare all'esanime Cico, bruciando la lettera di pace del generale Wilcox che Zagor portava con sé, incarcerando i due amici nelle celle del fortino, in attesa, presumibilmente, di far loro la festa.
Per fortuna, l'arrivo di Manetola e dei suoi Seminoles cambia lo scenario.

Dopo che Sargento fa sparare un colpo di cannone contro gli indiani, cui non vuole cedere nuove armi in assenza di adeguata contropartita, entra in azione Zagor, che si libera del suo carceriere e, con pochi colpi audaci (anche di cannone), rovescia la situazione, consentendo ai Seminoles di entrare nel fortino e di neutralizzare il manipolo di disertori.

Sargento comunque, con pochi dei suoi, la sfanga, essendo lasciato da Manetola libero di trovare il suo destino tra le paludi della regione.
Meritato, in ogni caso, il calcione che gli rifila Zagor nel di dietro, a compensazione di quanto subito in precedenza. Applause

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:25 am    Oggetto: Rispondi citando

I nostri Eroi(1)

Zagor in questa storia, da un lato, sembra combinare irruenza e ingenuità; dall'altro, quando passa all'azione sembra irresistibile, riuscendo a ribaltare situazioni che potevano sembrare del tutto compromesse.

Irruente quando prende a pugni i soldati di guardia ai Seminoles prigionieri sul molo, ingenuo quando non si pone troppi dubbi sulla buona fede del generale Wilcox che gli affida la missione di pace.
Ingenuo quando si reca con Manetola a Fort King senza prendere alcuna precauzione; irruente quando si rende conto della trappola ordita dal generale Wilcox e si mette a malmenare lui e i suoi ufficiali.

Ma quando si scatena, non ce ne è per nessuno cheers : nel fortino spagnolo, si libera facilmente del suo carceriere e, una volta uscito dai sotterranei, fa scoppiare il finimondo a cannonate.
Nella carrozza che dovrebbe portere lui e Cico, fatti imprigionare da Wilcox, verso qualche galera militare del Nord, riesce a svignarsela con un piano semplice ma geniale.
A Fort King arriva in tempo per evitare a Manetola una fine crudele, cui invece sottopone il tenente Kubert; attira gli ufficiali che gli danno la caccia nel deposito delle polveri, facendolo poi esplodere; lancia il suo urlo nella notte terrorizzando tutti i presenti.

Emergono, in una una storia come questa, i suoi "valori non negoziabili": la lotta contro l'ingiustizia, l'odio per gli orrori della guerra (si veda l'episodio con il Capitano Macomber nella giungla), l'amicizia, la lealtà.

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:28 am    Oggetto: Rispondi citando

I nostri Eroi (2)

Cico ha un ruolo prevalentemente comico e, in un paio di occasioni, va un po' sopra le righe (ad esempio a pranzo con il generale Wilcox).

Tuttavia, strappa un sorriso il suo rapporto problematico con i coccodrilli (come ha giustamente sottolineato Ivan), sia quelli grandi sia quelli piccoli, ed è irresistibile quando collabora con Zagor nel piano di fuga dalla carrozza militare, cantando un classico degno dell'Ariston: “Il lamento del serpente”. Laughing Laughing Laughing Applause Applause Applause

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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Lo scenario

Una parte non trascurabile in questa storia ce l'ha lo scenario in cui essa si svolge.
Le paludi della Florida la fanno da padrone, con la folta vegetazione, i canali infidi che spesso nascondono sabbie mobili, il clima malsano, l'abbondanza di animali non propriamente domestici come serpenti e, soprattutto, famelici coccodrilli.
Aggiungiamoci anche le trappole disseminate qua e là dagli agguerriti Seminoles e il quadro è completo.
Un ambiente che, se da un lato è decisamente ostile, dall'altro offre a Cico l'occasione per le sue gag. Laughing
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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:35 am    Oggetto: Rispondi citando

Tre “perle” sul podio

Ci sono tre momenti che mi hanno colpito in modo particolare in questa storia:

- l'incontro con il Capitano Macomber e quel che resta della Terza Compagnia Fucilieri nelle paludi. Non so perché, mi ha fatto venire in mente l'incontro del Biondo e di Tuco col Capitano impersonato da Aldo Giuffrè, presso il ponte conteso da nordisti e sudisti, in un noto film di Sergio Leone. Stessa ripugnanza per i guasti della guerra;

- dopo aver assistito al tradimento del generale Wilcox e dei suoi ufficiali, nel lettore insorge un fortissimo desiderio di rivalsa per l'ingiustizia subita. Confused Confused Confused
La fuga dei nostri due Eroi dal carro militare rappresenta l'inizio della riscossa, e il fatto che avvenga in quel modo, con il coinvolgimento comico di Cico che canta “Il lamento del serpente”, mi è piaciuto tantissimo; Applause Applause Applause

- l'azione di Zagor di notte a Fort King, con la liberazione di un Manetola quanto mai sospettoso e lo smascheramento del trappolone ordito ai suoi danni, con il tenente Kubert costretto a togliersi la giubba militare e a uscire allo scoperto al posto del capo indiano: momento ad altissima drammaticità. Applause Applause Applause


Ultima modifica di kanoxen60 il Dom Ago 15, 2021 9:57 am, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:37 am    Oggetto: Rispondi citando

I disegni di Frank Donat

Forse si potrà pensare che, per uno scenario come quello delle paludi della Florida, un disegnatore come Gallieno poteva essere più adatto.
Questo è senza dubbio vero, ma a me pare che Donat faccia un buon lavoro. Certo, ci sono ancora acerbità soprattutto nei visi (Zagor su tutti, non sempre coerente nel volto; o anche Sarota, che a volte sembra un ragazzetto), ma nel complesso il suo tratto risulta efficace.
D'altra parte, qui siamo solo alla terza storia disegnata dal Frank. Mi piace pensare che, con questo lavoro, Donat abbia posto le basi per quel capolavoro immenso che sarebbe arrivato quattro anni dopo. Very Happy
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MessaggioInviato: Dom Ago 15, 2021 7:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Per concludere

Insomma, questa terza storia del primo triplete nolittiano lascia il segno. Trama ottimamente congegnata, personaggi mai banali, lotta contro l'ingiustizia e poi avidità, spregiudicatezza, tradimenti, orrori della guerra, riscossa, vittoria dal sapore amaro.
Vedo qui, a conti fatti, gran parte del miglior Nolitta, il che vuol dire gran parte del miglior Zagor.
Inevitabile l'ascesa al primo posto della classifica provvisoria (e già mi chiedo: sarà così facile scalzarla? Sarà necessario attendere il secondo triplete nolittiano? Think ).

Aggiornamento classifica prima centuria zagoriana:

1. Seminoles (Nolitta-Donatelli)
2. Il mostro della laguna (Nolitta-Ferri)
3. Guerra! (Nolitta-Ferri)
4. Lo spettro del passato (Nolitta-Donatelli)
5. Solo contro tutti (Nolitta-Bignotti/Ferri)
6. I cacciatori di uomini (Nolitta-Ferri)
7. L'avvoltoio (Nolitta-Ferri)
8. Zagor attacca (Nolitta-Ferri)
9. La casa del terrore (Nolitta-Ferri)
10. L'isola della paura/Sulle orme di Titan (Nolitta-Ferri)
11. Prigioniero (Nolitta-Donatelli)
12. L'inferno dei vivi (Nolitta-Ferri)
13. Ombre! (Nolitta-Ferri)
14. La furia di Zagor (Nolitta-Ferri)
15. Le jene del mare (Nolitta-Ferri)
16. Gli adoratori del sole (Nolitta-Ferri)
17. Iron-Man (Nolitta-Ferri)
18. Gli sciacalli della foresta (Nolitta-Ferri)
19. I mercanti di schiavi (Nolitta-Ferri)
20. La foresta degli agguati (Nolitta-Ferri)
21. ..................................................
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